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Problematiche dei manga in Italia

discutiamone tra lettori & editori: problema culturale e/o circoscritto?

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    CITAZIONE (Cristian Posocco @ 20/10/2013, 19:11) 
    Ben lungi dal pensare di fugare i dubbi dello Spaccio o di sostituirmi ai portavoce Star Comics, vorrei comunque dire la mia sulla sua domanda. Ipotizzo - son sempre ipotesi, eh! - che al di là della disponibilità economica del singolo, che è ovviamente maggiore in un adulto finanziariamente stabile, c'è da considerare il numero dei singoli. Cioè, appurato che un adulto finanziariamente stabile interessato ai manga spenda probabilmente di più in manga di un ragazzino, c'è semplicemente da contare i ragazzini interessati ai manga e gli adulti finanziariamente stabili interessati ai manga.

    Questo è vero e ci avevo pensato pure io, ma non sono comunque cifre proporzionali? Nel senso

    tanti mocciosi:pochi adulti=tante serie shonen:poche serie seinen

    (cambiate con scioggio e josei se volete). Inoltre ci sono le spese aggiuntive per distribuire in edicola e (forse) un minor introito sul singolo volume visti i prezzi più popolari.
    Dunque gli incassi dovrebbero essere simili, a patto di proporre titoli attrattivi, invece si riescono a vendere le peggio scionenate ma non seinen rinomati e conosciuti?
     
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  2. blumarine
     
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    CITAZIONE (spaced jazz @ 20/10/2013, 19:31) 
    CITAZIONE (Cristian Posocco @ 20/10/2013, 19:11) 
    Ben lungi dal pensare di fugare i dubbi dello Spaccio o di sostituirmi ai portavoce Star Comics, vorrei comunque dire la mia sulla sua domanda. Ipotizzo - son sempre ipotesi, eh! - che al di là della disponibilità economica del singolo, che è ovviamente maggiore in un adulto finanziariamente stabile, c'è da considerare il numero dei singoli. Cioè, appurato che un adulto finanziariamente stabile interessato ai manga spenda probabilmente di più in manga di un ragazzino, c'è semplicemente da contare i ragazzini interessati ai manga e gli adulti finanziariamente stabili interessati ai manga.

    Questo è vero e ci avevo pensato pure io, ma non sono comunque cifre proporzionali? Nel senso

    tanti mocciosi:pochi adulti=tante serie shonen:poche serie seinen

    (cambiate con scioggio e josei se volete). Inoltre ci sono le spese aggiuntive per distribuire in edicola e (forse) un minor introito sul singolo volume visti i prezzi più popolari.
    Dunque gli incassi dovrebbero essere simili, a patto di proporre titoli attrattivi, invece si riescono a vendere le peggio scionenate ma non seinen rinomati e conosciuti?

    La risposta è molto immediata, quasi banale : gli adulti finanziariamente indipendenti non leggono manga, ma concentrano le loro entrate su altre fette di mercato (vacanze, divertimento, abbigliamento, casa, affitto, figli e, in percentuali minori, libri e cinema). Da ciò risulta che le collane di seinen e josei sono destinate all'esigua percentuale di giovani adulti che non ha spese di affitto, tasse ecc. e che preferisce destinare le sue entrate a prodotti diversi da quelli elencati, e ne sono talmente pochi che non conviene prenderli in considerazione nelle scelte editoriali.
    I titoli proposti sono del tutto indifferenti, perché il 90% del pubblico adulto non li conosce, indipendentemente da quanto possano essere rinomati e conosciuti, e non li conoscerà, perché in fumetteria non entra, e dedicare a questi eventuali titoli maggiore pubblicità, usando canali alternativi, porterebbe una perdita economica incalcolabile. La maggioranza del pubblico italiano dedica ad anime e manga l'età fra i 14 / 20 anni e, per ogni 21enne che abbandona i "cartoni", ci sono sempre un paio di 14enni che scoprono il mondo delle fumetterie, cosa che garantisce un pubblico numericamente stabile per gli anni successivi, mentre i 25 / 30enni lettori di manga si contano sulle dita di una mano... se a questo si aggiunge anche l'attuale crisi economica, è facile capire le politiche attuali del marcato dei manga
     
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  3. Bibiz
     
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    ......mah,io trovo questo parere abbastanza discutibile. I comics e i fumetti "non manga" hanno un pubblico di età superiore ai 25 anni. Qua si tratta di cambiare mentalità e far capire che il prodotto "manga" non è solamente rivolto a dei ragazzini,ma a diverse fasce d'età, tra cui quella adulta. La star comics non sembra voglia puntate a questa differenziazione (come invece stanno facendo alcune case editrici tra cui la Planet). Sembra di essere tornati indietro nel tempo quando si discuteva sul fatto che i cartonianimatigiapponesi non fossero solo per bambini!!!
    E ci ricolleghiamo anche ad un altro dato di fatto, ossia la "migrazione" del pubblico adulto dai manga ai comics.

    Perdonate l' OT.
    CITAZIONE (blumarine @ 24/10/2013, 11:35) 
    CITAZIONE (spaced jazz @ 20/10/2013, 19:31) 
    Questo è vero e ci avevo pensato pure io, ma non sono comunque cifre proporzionali? Nel senso

    tanti mocciosi:pochi adulti=tante serie shonen:poche serie seinen

    (cambiate con scioggio e josei se volete). Inoltre ci sono le spese aggiuntive per distribuire in edicola e (forse) un minor introito sul singolo volume visti i prezzi più popolari.
    Dunque gli incassi dovrebbero essere simili, a patto di proporre titoli attrattivi, invece si riescono a vendere le peggio scionenate ma non seinen rinomati e conosciuti?

    La risposta è molto immediata, quasi banale : gli adulti finanziariamente indipendenti non leggono manga, ma concentrano le loro entrate su altre fette di mercato (vacanze, divertimento, abbigliamento, casa, affitto, figli e, in percentuali minori, libri e cinema). Da ciò risulta che le collane di seinen e josei sono destinate all'esigua percentuale di giovani adulti che non ha spese di affitto, tasse ecc. e che preferisce destinare le sue entrate a prodotti diversi da quelli elencati, e ne sono talmente pochi che non conviene prenderli in considerazione nelle scelte editoriali.
    I titoli proposti sono del tutto indifferenti, perché il 90% del pubblico adulto non li conosce, indipendentemente da quanto possano essere rinomati e conosciuti, e non li conoscerà, perché in fumetteria non entra, e dedicare a questi eventuali titoli maggiore pubblicità, usando canali alternativi, porterebbe una perdita economica incalcolabile. La maggioranza del pubblico italiano dedica ad anime e manga l'età fra i 14 / 20 anni e, per ogni 21enne che abbandona i "cartoni", ci sono sempre un paio di 14enni che scoprono il mondo delle fumetterie, cosa che garantisce un pubblico numericamente stabile per gli anni successivi, mentre i 25 / 30enni lettori di manga si contano sulle dita di una mano... se a questo si aggiunge anche l'attuale crisi economica, è facile capire le politiche attuali del marcato dei manga
     
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    La differenza fra lettori ed editori è presto detta.
    I lettori (o la maggior parte di essi) tendono a basare le loro ipotesi sulle conversazioni e gli scambi di opinioni con altri lettori dai gusti a loro affini. Infatti, girando per i forum se ne incontrano decine, di appassionati di seinen "di livello" e josei (ma devo annunciarvi che, purtroppo ,"decine" è una quantità assolutamente irrilevante, editorialmente parlando).
    Gli editori (brutti & cattivi!) che non vogliono fare il capolavoro X o il manga Y che è bellissimo e *sicuramente* avrebbe un suo pubblico (certo, di decine di lettori), basano le loro ipotesi su dati di vendita. Tzè, materialisti.
     
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    CITAZIONE (blumarine @ 24/10/2013, 11:35) 
    La risposta è molto immediata, quasi banale : gli adulti finanziariamente indipendenti non leggono manga, ma concentrano le loro entrate su altre fette di mercato (vacanze, divertimento, abbigliamento, casa, affitto, figli e, in percentuali minori, libri e cinema). Da ciò risulta che le collane di seinen e josei sono destinate all'esigua percentuale di giovani adulti che non ha spese di affitto, tasse ecc. e che preferisce destinare le sue entrate a prodotti diversi da quelli elencati, e ne sono talmente pochi che non conviene prenderli in considerazione nelle scelte editoriali.
    I titoli proposti sono del tutto indifferenti, perché il 90% del pubblico adulto non li conosce, indipendentemente da quanto possano essere rinomati e conosciuti, e non li conoscerà, perché in fumetteria non entra, e dedicare a questi eventuali titoli maggiore pubblicità, usando canali alternativi, porterebbe una perdita economica incalcolabile. La maggioranza del pubblico italiano dedica ad anime e manga l'età fra i 14 / 20 anni e, per ogni 21enne che abbandona i "cartoni", ci sono sempre un paio di 14enni che scoprono il mondo delle fumetterie, cosa che garantisce un pubblico numericamente stabile per gli anni successivi, mentre i 25 / 30enni lettori di manga si contano sulle dita di una mano... se a questo si aggiunge anche l'attuale crisi economica, è facile capire le politiche attuali del marcato dei manga

    Ciao!
    Presumo che tu sia un/una insider, visto che ti sei iscritta/o appositamente per la risposta :)
    Per carità, pure interessante quale ipotetica spiegazione della posizione starriana, ma parte da tesi erronea, cioè quella della conversione dei giovini adulti alla causa del fumetto.
    Nessuno è così babbeo da lontanamente supporre questo... semplicemente, c'è da soddisfare il lettore che cresce. si dice: a 21 anni si abbandonano i manga, a 25 anni non li si legge. Dunque in Italia NON esistono lettori di fumetti di 25 anni, o che siano passati attraverso i 25 anni, quindi possiamo pure chiudere Lucca lucchettandola con baracche e burattini.
    O forse i lettori di 25 ci sono, ma non ci sono i manghi utili a soddisfarli? perché gli editori si contentano del ricambio, del resto se il governo fa le giravolte di togliere l'IMU e mettere la TASI all'editore che frega?!? :gnegne:
    Ma si rassicuri pure il Pos, non ero qui per chiedere filantropia... la domanda era semplicemente perché un pubblico che segue per Star Uchu Kyodai o Vinland Saga non sia attratto da maggiori uscite a lui dedicate. A meno che non vendano una mazza, ovvio. O meglio, che l'ultimo scionen sconosciuto non venda più di loro... ci devo credere? Allora un Asano che lo invitano a fare in quel delle panetterie??
    Anche perché è curioso, i responsabili dei piccoli editori son soliti dire: "un fumetto può essere bello e vendibile, ma se non arriva sugli scaffali è tutto inutile!"... ebbene, Star è appunto uno dei dei 2 soggetti capaci di far arrivare sugli scaffali qualsiasi propria proposta, vista la notorietà del marchio e la rete di distribuzione/vendita... intendo pure volumi da 400 pagine a 10 Euri, che nessuna fumetteria prenoterebbe da una Flashbook, a sentir le trite e ritrite analisi...
    C'è un mercato per questa roba? E' stato esplorato? Certo se poi come seinen butti fuori un Young Black jack poi non puoi pretendere di accalappiare i gonzi, allora te le cerchi... o se canni le edizioni mandandole in edicola per poi aver la scusa del trasferimento "al volo"... Un Maison Ikkoku in perfect edition è poco girellaro?? Perché Panini sta puntando con costanza su proposte più adulte, pure in volumone (Eden, Urasawa, Nihei), sono martiri o hanno fiutato la possibilità?

    Sono più remunerativi i mocciosi di ricambio in questo periodo in cui i genitori ai mocciosi non danno un soldo? Non lo so, chiedo, magari il mercato è in ulteriore sprofondamento e i 10 lettori seinen saranno meglio di niente, sono domande...

    CITAZIONE (Cristian Posocco @ 24/10/2013, 14:17) 
    La differenza fra lettori ed editori è presto detta.
    I lettori (o la maggior parte di essi) tendono a basare le loro ipotesi sulle conversazioni e gli scambi di opinioni con altri lettori dai gusti a loro affini. Infatti, girando per i forum se ne incontrano decine, di appassionati di seinen "di livello" e josei (ma devo annunciarvi che, purtroppo ,"decine" è una quantità assolutamente irrilevante, editorialmente parlando).
    Gli editori (brutti & cattivi!) che non vogliono fare il capolavoro X o il manga Y che è bellissimo e *sicuramente* avrebbe un suo pubblico (certo, di decine di lettori), basano le loro ipotesi su dati di vendita. Tzè, materialisti.

    Come riesce Panini a fare robe tipo Le nostre tracce nel tempo o Il giorno prima dell'estate? Perché sono visibili e le loro proposte editoriali trovano spazio e prenotazioni? Per questo chiedevo a Star che ha canali simili ma è disinteressata al settore... poi se Lupoi è diventato all'improvviso filantropo meglio eh... :lol:
     
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    Il problema, Spaccio, è che tu fai confronti con altri editori, ma i responsabili di una casa editrice non possono, giustamente, parlare di quello che fanno gli altri, quindi, in pratica, non c'è possibilità di replica.
    Ti faccio però una domanda. Posto che leggo mooolto meno di quanto leggevo qualche anno fa, al momento leggo principalmente seinen e slice of life, con qualche eccezione tipo il centrocampo dei giganti. Ti sei mai chiesto perché una persona che apprezza soprattutto un genere faccia così fatica a proporlo?
     
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  7. blumarine
     
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    1 = i lettori dai 25 ai 30 anni ci sono, ma sono troppo pochi per pubblicare manga adatti alla loro età. In altre parole, sono una minoranza, una percentuale talmente esigua che è inutile considerare le loro esigenze
    2 = soddisfare il lettore che cresce è un'esigenza che, semplicemente, non esiste. Di 10 persone che leggevano i manga a 20 anni ne restano 2 che ne leggono dai 25 in poi : sono troppo pochi, premiare i lettori affezionati sarebbe una perdita
    3 = è vero che rispetto a un adulto un ragazzino ha minore disponibilità economica, ma mentre degli 600-1000 euro al mese che un adulto normale indipendente guadagna al mese nel 90% dei casi nulla è speso in manga, della 100 euro che un ragazzino mette insieme al mese 50 euro, nel 60% dei casi, ha buone probabilità di essere spesa in manga
    4 = il discorso dei comics è diverso e separato dai manga. Un adulto che legge comics nel 70% dei casi non è un adulto che legge manga. E comunque anche i comics soffrono perdite ingenti
    5 = volumi di 400 pagine a 10 euro : sarebbero sempre per il 10% di adulti che legge manga : non conviene. Il pubblico di riferimento sono i ragazzini e a loro con dieci euro deve essere garantito un manga e mezzo di meno pagine = solo così si guadagna
    6 = Panini ha le sue vittorie e le sue perdite come tutti gli altri
    7 = arrivare allo scaffale : è inutile, gli adulti in fumetteria non entrano e usare altri canali comporta una spesa che le vendite non compensano

    Considerando la crisi attuale, la situazione attuale è l'unica possibile : non è il momento di investire nell'editoria
     
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  8. Bibiz
     
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    Da lettrice (di manga,comics e FUMETTO IN GENERALE) io dico che leggo sempre meno manga a favore degli ultimi 2 perché non trovo molte proposte interessanti per la mia età (31 anni), gli editori invece dicono che ho smesso di leggere manga a causa della mia età e quindi è inutile proporre roba adatta a me...l'importante è saperlo,così uno non si fa aspettative! Ecco perché quest'anno,agli annunci di Lucca e delle case editrici non sono molto interessata e non ho neppure domande da fare!
     
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  9. Kiki
     
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    Da lettrice (di manga,comics e FUMETTO IN GENERALE) io dico che leggo sempre meno manga a favore degli ultimi 2 perché non trovo molte proposte interessanti per la mia età (31 anni), gli editori invece dicono che ho smesso di leggere manga a causa della mia età e quindi è inutile proporre roba adatta a me...l'importante è saperlo,così uno non si fa aspettative!

    Quoto alla stragrande....Se compro meno manga è perchè ci sono sempre meno titoli interessanti per me che ho 30 anni. Non di certo per snobismo o robe del genere. Sapessi il francese avrei risolto tutti i miei problemi, ma non è cosi.
    Non a caso (ora come ora) il 70% dei manga che compro è made in Planet, il restante GOEN (quando li fa uscire) e qualche titolo qua e la di altre case editrici.
     
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    CITAZIONE (Bibiz @ 25/10/2013, 12:02) 
    Da lettrice (di manga,comics e FUMETTO IN GENERALE) io dico che leggo sempre meno manga a favore degli ultimi 2 perché non trovo molte proposte interessanti per la mia età (31 anni), gli editori invece dicono che ho smesso di leggere manga a causa della mia età e quindi è inutile proporre roba adatta a me...

    Direi che Bibiz ha sintetizzato perfettamente il corto circuito di convinzioni di cui fa le spese una generazione di lettori.
    [Che è anche la mia: ho iniziato a leggere manga da bambina, sul Corriere dei Piccoli, continuato in modo sistematico dai 15 anni, con l'arrivo di Granata, e continuo tuttora 21 anni dopo, a 36 anni meno spiccioli; avendo aggiunto nel frattempo tutte le altre categorie di fumetto - proprio a partire dai 25 anni circa]
    In pratica: a 25 anni si smette di leggere manga perché crescono i denti del giudizio, o si smette di leggere manga perché quel che si trova sul mercato non soddisfa più le esigenze del lettore cresciuto?
    Io credo semplicemente che, per molti, sia più comodo credere alla prima ipotesi, così dal sollevare tutti gli editori da ogni responsabilità.

    Dopodiché possiamo fare tutti i discorsi economici che vogliamo, e posso pure credere che sia più remunerativo concentrarsi sui rEgazzini che non sugli adulti; tra l'altro uno dei grossi problemi del fumetto odierno e il NON ricambio generazionale (i ragazzotti di oggi hanno un sacco di alternative al sedersi e leggere nel tempo libero, diciamocelo). Ma resta sempre il dubbio: questa convenienza/non-convenienza nasce perché sì, o è il mercato stesso a crearsela?

    Ah, e per inciso, pure io, dopo anni in cui ho quasi sempre snobbato il 90% dei titoli Panini (che di rumenta nel parco shojo-shonen ne ha sempre avuta parecchia assai), ora come ora mi ritrovo a comprare molti loro titoli manga un po' più adulti. Perché è uno dei pochi editori che li propone (poi, che lo faccia perché è Panini e può più o meno tutto, a differenza di altri, lo capisco. Ma intanto lo fa.)

    NOTA: Credo che siamo paurosamente OT e che Ananke difficilmente troverà le domande da fare agli editori in 'sto topic? :P
     
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    È davvero sciocco i vostro atteggiamento. Vi si dice che siete troppo pochi per permettere il sostentamento di una casa editrice, e voi vi lamentate perché vi si tratta come non esisteste. Capisco il vostro rammarico nel trovare pochi manga che si adattino a vostri gusti, come detto è anche il mio rammarico, anch'io ho quei gusti; tuttavia prendersela non serve a nulla. Errori degli editori ce ne sono stati, molti, ma iniziano una quindicina di anni fa, non certo adesso. In più, c'è tutta una somma di fattori concomitanti - non ultimo la miopia cronica degli italiani, nati nella patria della cultura e alla cultura mediamente disinteressati. Se il fumetto in Italia non gode di dignità e considerazione pari a quella che gode in paesi come francia o Giappone, non è colpa degli editori di manga che non pubblicano seinen, ma di una serie di eventi storici.
     
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    CITAZIONE (Cristian Posocco @ 25/10/2013, 14:23) 
    È davvero sciocco i vostro atteggiamento. Vi si dice che siete troppo pochi per permettere il sostentamento di una casa editrice, e voi vi lamentate perché vi si tratta come non esisteste.

    Sarà sciocco, ma imho ogni tanto fa bene chiedersi se è nato prima l'uovo o la gallina. Nel senso: siamo pochi per la storia dei denti del giudizio, o siamo pochi perché le scelte di mercato non hanno mai permesso che fossimo di più?
    Lo so anche io che siamo pochi, per cui sull'onda della nostra non-numerosità gli editori si concentrano su altre fasce di target; col risultato che anche chi non vorrebbe abbandonare certe letture c'è, in qualche modo costretto, andando ad alimentare il mito che 'a 25 anni si smette di leggere manga'.
    E' come l'uroboro: una situazione che si morde la coda.

    CITAZIONE
    Capisco il vostro rammarico nel trovare pochi manga che si adattino a vostri gusti,

    No, per carità. Io non mi rammarico di nulla! Coi miei ritmi di lettura, non riesco a smaltire l'80% di ciò che compro, e sono in crisi cronica di arretrati in coda e di spazio. Non sono tra quelli che invoca nuove cose continuamente: dato che leggo un po' tutti i tipi di fumetto, non soffro di carenze di lettura di sorta.
    Però, se permetti, un po' mi scoccia quando vedo declamare con certezza inamovibile il teorema fondamentale per cui i lettori manga smettono magicamente ogni interesse per la materia intorno ai 20 anni, per forza, e ciò fa sì che la categoria lettori-over-25 sia indegna della benché minima attenzione editoriale. Perché a numeri sarà anche una teoria corretta, ma quanto a cause e analisi del fenomeno, la trovo francamente discutibile, lacunosa e radicalmente unilaterale (deresponsabilizzazione del mercato).

    Io ricordo esattamente il momento in cui, dopo 10 anni di letture quasi solo manga, ho aperto "it.arti.fumetti" (dove non ero mai praticamente entrata) è ho mandato un post sul tipo "Gente, son stufa di leggere sempre le stesse 4 commedie shojo-shonen, il manga non ha molto altro da offrirmi al momento, in Italia; questi sono i miei gusti... che mi consigliate di fumetti occidentali?".
    E da lì, scoperta della Vertigo, di Alan Moore, Hellboy, ecc.
    Sarò stata l'unica che, a 25 anni, ha sentito una carenza nel mercato riguardo al proprio target e s'è andata a cercare foraggio altrove?

    CITAZIONE
    Errori degli editori ce ne sono stati, molti, ma iniziano una quindicina di anni fa, non certo adesso.

    Ma pure 20 o 30, eh! Nessuno ha detto che sia un problema del qui e ora. Anzi, è una situazione che si trascina da decenni, direi.

    CITAZIONE
    In più, c'è tutta una somma di fattori concomitanti - non ultimo la miopia cronica degli italiani, nati nella patria della cultura e alla cultura mediamente disinteressati. Se il fumetto in Italia non gode di dignità e considerazione pari a quella che gode in paesi come francia o Giappone, non è colpa degli editori di manga che non pubblicano seinen, ma di una serie di eventi storici.

    Vabbé, questo va da sé. Come dicevo, storture mentali decennali.
    Comunque il fumetto non è l'unica forma artistica che soffre della deriva (in)culturale di 'sto paese, purtroppo.
     
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  13. Bibiz
     
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    CITAZIONE (Cristian Posocco @ 25/10/2013, 14:23) 
    Capisco il vostro rammarico nel trovare pochi manga che si adattino a vostri gusti, come detto è anche il mio rammarico, anch'io ho quei gusti.

    Un po' di amarezza da parte mia c'è, ci sono tantissimi bei manga che probabilmente non leggerò mai in Italia,d'altronde di proposte NON manga adatte ai miei gusti ce ne sono. Ritorno al discorso Lucca comics per aggiungere che la cosa che più mi interessa è che i manga "difficili" che seguo abbiano una conclusione e non vengano interrotti :)
     
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    La mia opinione è un po' diversa. Sono una che negli anni si è spesso lamentata della scarsezza di letture più adulte, ma negli ultimi tempi non si può certo dire che non ci abbiano provato, in più editori, eppure le vendite come sono? Sempre scarse, lo sappiamo. Non penseremo mica che Asano venda 2000 copie vero? Ok non c'è TUTTO quello che vorrei leggere, ma non è nemmeno il vuoto cosmico di alcuni anni fa, eppure gli editori dopo aver quasi tutti tentato qualcosina si sono ritirati, ci sarà un motivo? Capisco il discorso del "eh ma se non c'è un'offerta continua e variegata il pubblico non si crea", ma c'è pure da dire che sto anche parlando solo degli ultimi anni, massimo 5, di titoli ne sono usciti parecchi e di tutti i tipi, o quasi. Se un 25 volesse entrare in fumetteria e cercare un titolo manga adatto a lui, beh avrebbe una scelta, non ampissima, ma l'avrebbe. Ma evidentemente sono in pochi a farlo. Concordo con Minty che se ci sono stati e ci sono ancora degli errori da parte degli editori è anche tempo di correggerli, pian piano. Ma personalmente mi schiero più dalla parte degli editori che ci categorizzano come "4 gatti che non vale la pena accontentare".
    Poi, la realtà, non è così drammatica. Panini ancora pubblica parecchio e anche altri editori, quindi non è che resteremo a bocca asciutta nel giro di poche settimane. In realtà ogni tanto quei 4 gatti vale la pena accontentarli, probabilmente. Sicuramente meno dei tanti ragazzini.
     
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  15. utenatenjo
     
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    Il discorso per noi di Ren, che siamo outsider, è un po' diverso. A noi i nostri lettori, che raramente sono lettori di manga e che leggono solo autori giapponesi molto particolari come Maruo, Tagame e Taniguchi, chiedono espressamente fumetti "seinen" o "josei" pur non riconoscendoli come seinen o josei. Quindi, un prodotto come "Ohana Holoholo", che come possibilità di vendita tra i lettori regolari di manga, ha una potenza di poco più della famosa decina di cui parlava Cristian, è stato accolto dai nostri lettori (ripeto, che un manga non lo prenderebbero in mano neanche a piangere!) non positivamente, ma di più. Questo, però, perchè hanno letto la parola "omogenitorialità" e hanno letto che si tratta di una storia d'amore "tra donne" (poi se avete letto Ohana Holoholo sapete che non c'è solo quello!). Il pubblico c'è, non sarà mai enorme, ma c'è. Basta solo saperlo cercare e vendere i titoli non come manga ma come fumetti. Il problema nasce un ventennio fa, non c'è nulla da fare.
     
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