Mi aggrego anch'io alla visione di questo drama!
Anche se non posso dire che Lee Min Ho mi è del tutto indifferente
ho deciso di guardarlo spinta sopratutto da Kim Go Eun, attrice secondo me bravissima, che brillò di luce propria nel suo precedente drama
Goblin. Fu un momento molto bello quando, alla conferenza stampa di quest'ultimo, Gong Yoo dichiarò candidamente che per lui (un
sunbae!) era stato un onore lavorare con lei! Stavo quasi per commuovermi!
Ma questo è un altro drama e un'altra storia......
COMMENTO AGLI EPISODI 1 E 2
Sono usciti i primi
due episodi e quello che vorrei fare è cercare di spiegare un pochino la trama con le premesse (poche) che abbiamo a disposizione ma che almeno permettono di capire “le basi” della storia. Visto che prima della messa in onda era tutto molto confuso e non ci si capiva nulla, voglio provare a segnare almeno un “punto di partenza”, cosicché magari stimoli la voglia anche a qualcun altro di provare a vedere quest'opera!
* nota:
voglio precisare che quanto scritto di seguito non credo possa costituire uno Spoiler dato che la maggior parte delle informazioni proviene solo e soltanto dal primo episodio (solo la teoria degli universi paralleli di Einstein ed il principe Sohyeon provengono dal secondo); informazioni che credo piuttosto necessarie per far capire almeno le premesse della storia ad un eventuale spettatore ma che non rovinano assolutamente nulla in termini di sorpresa dato che tutto è ancora da scoprire!*
Dunque; il drama prendendo spunto dalla
meccanica quantistica di Einstein (come ci dice Lee Min Ho
oops volevo dire il Re Lee Gon) fa in modo di creare un universo parallelo, composto cioè da
due mondi simili ma non uguali: da una parte troviamo il Regno di Corea (una monarchia, in questo caso governata da Lee Gon) e dall'altra la Repubblica di Corea ovvero quella che conosciamo noi.
Per la precisione, questi due mondi, un tempo, sembrano esser stati identici fino a che non sono incappati in un punto di rottura rappresentato dal
principe Sohyeon (chi ha visto
Chuno probabilmente se lo ricorda): questi infatti nel nostro universo cadde in mano ai Cinesi durante la seconda invasione della Corea da parte della dinastia Qing nel 1636; nell'universo alternativo invece, lui riuscì a sconfiggere gli invasori e da lì in poi i due mondi – come ci dice sempre Lee Min Ho
pardon volevo dire il Re Lee Gon – hanno preso strade diverse.
La storia ha inizio nell'inverno del 1994 e in un modo – Amleto
docet – che conosciamo bene: lo zio del protagonista, Lee Lim, ne uccide il padre suo fratellastro (Lee Ho, il Re dell'epoca) per avere il potere; lui sopratutto ambisce ad un artefatto magico e leggendario che la Famiglia Reale custodisce da generazioni: il “
manpasikjeok”, un flauto potentissimo che, sempre secondo la leggenda, fu donato dal Re Drago del mare orientale al Re Sinmun del Regno di Silla nella primavera del 682. Lo zio cattivo riesce a prenderlo ma viene fermato da un Lee Gon bambino pieno di sangue che, brandendo a malapena una spada, taglia in due il
manpasikjeok. Lee Lim non fa in tempo a uccidere il nipote ed a riprendersi l'altra metà del flauto perché arriva un misterioso salvatore che riesce a prendere tempo affinché arrivino le Guardie Reali; lo zio quindi è costretto alla fuga. Ma questi essendo un gran conoscitore delle leggende, sapeva benissimo dove andare e cosa fare: recarsi nella foresta di bambù e, grazie al potere del
manpasikjeok, attraversare il portale dall'artefatto magico aperto per sfuggire per sempre alla morte e non tornare più. Ed è proprio questo zio cattivone a scoprire per primo
come funziona questo nuovo mondo: a parte la forma di governo diversa con conseguente differenza nello spazio urbano (per dire, dove è presente la piazza
Gwanghwamun nel centro storico di Seoul, nell'universo alternativo c'è proprio il palazzo reale), sembra che ogni persona che viva nel Regno di Corea abbia qui un suo
doppio;
identico in tutto nell'aspetto e (pare) nelle relazioni familiari ma opposto in quanto carattere e posizione nella società. Lee Lim difatti scopre subito suo fratello – che è suo fratello anche qui – un uomo povero e alcolizzato che, probabilmente, picchia la moglie, e se stesso; qui un povero paraplegico con deficienze cognitive. Cosa combinerà il nostro zio da qui in poi lo scoprirete da soli.
Il drama a questo punto va avanti veloce di ben 25 anni (quindi alla fine del 2019) dove ritroviamo un Lee Gon ben piazzato e sempre alla ricerca di quel suo misterioso salvatore che gli permise, quella fatidica notte, di continuare a vivere. Un giorno, gli pare di vedere una figura familiare e così sale in sella al suo cavallo bianco Maximus e la segue, finendo per arrivare nella foresta di bambù; possedendo l'altra metà del
manpasikjeok, come successo per lo zio, il portale appare e lui, sperando di trovarci la persona che tanto cerca, ci salta dentro. Ed ecco che Lee Gon va tranquillo in sella al suo cavallo bianco in mezzo al traffico in quel di Seoul, con gente che impreca perché sta bloccando il traffico, gente che gli fa le foto, gente che crede che stiano girando un film.......insomma ha tutti gli occhi addosso! Il caso vuole che il proprietario di un paio d'occhi sia proprio l'irruenta e poco paziente agente di polizia Jeong Tae Eul che in quel momento si trovava bloccata nel traffico dopo l'ennesima sfiancante giornata di lavoro. Appena vede questo pazzo tutto tranquillo in sella al suo cavallo, la nostra eroina parte all'inseguimento! Si ritrovano per l'appunto a
Gwanghwamun dove lei giustamente gli intima di scendere da cavallo ma lui......lui dopo essere sceso, le corre incontro per abbracciarla dicendole: “Ti ho ritrovata!”.
Perché, quando l'agente Jeong è sicura di non averlo mai visto in vita sua???
Perché l'unico ricordo (e quindi indizio) dell'identità del suo salvatore in possesso del Re è un tesserino, da lui gelosamente conservato, appartenente ad una certa agente di polizia Jeong Tae Eul nata il 25 maggio del 1990, lo stesso identico tesserino che porta indosso la Jeong Tae Eul del nostro mondo.
Non avevamo detto che nel nostro universo esistono dei doppi, simili ma non uguali? Ma allora perché lei sembra essere la stessa identica persona? E come è possibile che abbia sempre la stessa età, essendo passati 25 anni, quando il Re era solo un bambino? Com'è possibile che in entrambi i tesserini sia indicata la stessa data di nascita? Questo e tantissimi altri misteri (per ora sono davvero una caterva) compongono la storia di questo drama dallo stampo fortemente
fantasy. Oltretutto da quello che è apparso finora pare che i personaggi saranno piuttosto numerosi; per ora ci sono stati solo introdotti brevemente ma prevedo che la storia sarà intricata e caotica (in senso buono).
Questa è stata una piccola introduzione della trama; parlando invece dei miei personali giudizi....beh, siamo solo al secondo episodio quindi c'è veramente poco da dire; mi posso dire stra-soddisfattissima ancora una volta di Kim Go Eun e del suo carismaticissimo personaggio, l'agente Jeong Tae Eul: una donna dal sarcasmo pungente e dal temperamento diretto e piuttosto impulsivo, che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno neanche fosse.....il Re!
Io l'ho soprannominata “
romance killer” per la brutta fine che fa fare a tutte quelle scene romanticose e smielate tipiche dei k-drama! Per dire, la scena dell'incontro fra i due poteva essere una di quelle da dramone romantico numero 1 che manco Boys Over Flowers (parlando di Lee Min Ho...), dove lui scende da cavallo e, avendola riconosciuta, le corre incontro per poi abbracciarla con quella delicatezza propria della specie “maschio di drama” il quale tira a sé la controparte femmina con gentilezza e garbo pari ad un bue siberiano in tempo di accoppiamento. Ma io ho scritto che
poteva essere una scena “romance #1”, ricordate?
Eh sì, perché il caso ha voluto che la controparte femminile in questione sia proprio la nostra agente Jeong, che fa finire la nostra scena iper- romanticosa leggendogli i diritti, mettendogli le manette e portandolo in commissariato!
La “
romance killer” signori e signore!
Io, per parte mia, posso solo sperare che continui così il più a lungo possibile!
Non per questo però l'agente Jeong Tae Eul è una persona insensibile ed egoista; è solo sarcastica al massimo grado ed un po' cinica ma per il resto sa anche essere molto paziente e spera seriamente che Lee Gon torni a casa e si trovi un lavoro!
Anche il personaggio di Lee Min Ho alla fin fine mi è piaciuto perché qui non interpreta il solito riccone viziato esondante di ego; il Re Lee Gon invece è un uomo elegante e sì compassato e serioso ma mai arrogante e pieno di sé, anzi, nel nostro mondo si scopre piuttosto ingenuo ed è sempre cortese e gentile con tutti. Nonostante si senta dire tipo una miliardata di volte che è pazzo (giustamente!
) il massimo dei massimi dell'arrabbiatura la esprime avvertendo pacatamente l'interlocutore che parlandogli così è a rischio di decapitazione. Cosa che farà rimanere i suddetti interlocutori ben saldi sul loro giudizio su di lui che “è pazzo!”
Con l'agente Jeong poi non ne parliamo.....è proprio il suo zerbino!
Una volta in commissariato, lei chiaramente gli chiede il nome, al che lui risponde che non può darglielo (ovviamente lui è il Re e nessuno può sapere il suo nome proprio!
) Allora lei, stressata da questo fenomeno da baraccone, decide di schedarlo come Sig. Kim Cacca di Cane (“Kim Gae Ddong”) e la reazione di Lee Gon è esilarante: pacatamente le chiede se può cambiargli nome!
Insomma, mi sembra un personaggio piuttosto innovativo, almeno fino ad ora, e sicuramente tutto da scoprire!
Un'altra cosa che posso dire è che sono felicissima di aver incontrato di nuovo il capo del giornale
Someday News dove lavora la protagonista in
Healer; qui nelle vesti del capo della Divisione Crimini Violenti, quindi il capo della nostra agente Jeong. Un personaggio che anche qui fa morire dalle risate, spero solo che gli diano più scene possibili visto che per ora sono state proprio poche!
Insomma, per quel poco che ho visto mi posso dire soddisfatta, spero che la storia continui su questa strada!
Alla prossima settimana!